CO2.
- Gli Stati Uniti hanno avuto un calo delle emissioni pro capite di CO2. Il grafico mostra però in modo impietoso come questo paese sia un emettitore di CO2 decisamente più attivo. Per di più tale situazione non deriva tanto da un utilizzo esagerato di fonti ad alte emissioni, ma da una generale tendenza a consumare energia in modo allegro e con scarsa efficienza, aspetto insolito per paesi ad economia avanzata ma che in parte si giustifica con il fatto di avere notevoli risorse di combustibili fossili da sfruttare.
- Nel complesso oggi Italia (5,0 tonnellate nel 2020), Francia (4,3 tonnellate) e Regno Unito (4,7 tonnellate) sono su livelli di emissioni pro capite non troppo distanti tra loro. Solo la Germania (7,7 tonnellate), che mantiene ancora un certo uso del carbone, risulta staccata ma comunque più vicina rispetto al passato.
- Tra tutti i paesi considerati è la Cina l’unico che mostra valori in significativa crescita, influenzati dallo sviluppo economico avuto in particolare dall’inizio degli anni 2000.
Energia Nucleare.
Argentina, Armenia, Bangladesh, Bielorussia, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Francia, Giappone, Giordania, India, Indonesia, Iran, Israele, Kuwait, Malaysia, Marocco, Messico, Nigeria, Pakistan, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Stati Uniti d'America, Sudafrica, Taiwan, Thailandia, Tunisia, Turchia, Ucraina, Ungheria, Uruguay e Vietnam hanno pianificato o proposto di costruire nuovi reattori o di rimetterne in esercizio altri. Sono 53 le centrali nucleari in costruzione nel mondo, compreso il Giappone. Viene reputata tale tecnologia una delle poche che non produca CO2, e sono allo studio reattori di IV generazione e si stanno facendo grandi progressi sulla fusione.
Fonti rinnovabili.
Nel 2020 la produzione da altre rinnovabili è di 3.147,0 TWh, con una quota dell’11,7%.
Da notare che il calo della produzione da combustibili fossili del 2020 è stato particolarmente favorito dalla crisi covid-19 che ha portato ad una riduzione dei consumi complessivi simile a quella vista con la crisi del 2009. Le fonti fossili, infatti, essendo programmabili possono essere modulate per compensare il calo dei consumi. Le fonti rinnovabili, in gran parte non programmabili, non possono invece essere modulate e quindi non risentono della crisi. Infatti, pur avendo lo straordinario vantaggio di non produrre CO2, esse sono "costanti nella loro intermittenza". La sostituzione delle altre fonti con quelle rinnovabili implica lo studio degli scenari: piccoli impianti, grandi impianti, sistemi di accumulo, di buffer. Cioè l'impiego su larga scala implica tecnologie che la rendano disponibile anche quando il sole non c'è. In altre parole l'impiego sarà disaccopiato dal meteo e saranno i sistemi di accumulo che la forniranno, tranne, parzialmente ("smart grid") gli impianti domestici. In questo le tecnologie informatiche saranno fondamentali.
Il problema.
E' indispensabile cancellare quel grafico in grigio a destra, ed anche quello in azzurro, direi. Ripensare ai consumi pro capite, abbatterli, ripensare ai modelli sociali e poi si vede come soddisfarli, tenendo presente che ogni fonte è adatta a determinati usi e considerando che ormai si va verso l'enegia elettrica,