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Dall' homo sapiens all'homo insipiens

E' indispensabile rivedere le categorie della Storia Umana. Abbiamo creduto che il processo evolutivo della nostra specie fosse indirizzato verso un suo miglioramento, lento, contradittorio, ma pur sempre proiettato verso il superamento dei suoi intrinseci difetti. Abbiamo elaborato anche teorie sul superamento della ancestrale spinta alla sopraffazione. Tutte balle. Tutte illusioni, o meglio, il tentativo disperato di sopravvivere a noi stessi. Non c'è dubbio che abbiamo fatto molti sforzi: abbiamo inventato le scuole, il lavoro, le società, ci siamo dati da fare per cercare di migliorarci. Niente. E' ormai chiaro che non si può fare nulla per farci evolvere. Anzi. Il troppo studio è diventato solo una maniera orribile per sancire in modo legale quello che un povero cristo incolto ha con lui: l'imbecillità, l'insipienza. Avere la patente dell'imbecille è un perverso risultato della nostra storia. Più in alto scalo la società, più palese, plastica e violenta diventa l'idiozia. Governano imbecilli sugli imbecilli.Dobbiamo ringraziare l'attuale fase storica che ha reso evidente ciò che si è sotterrato in tutti gli anni della nostra presenza sul pianeta. Il futuro distopico non è la narrazione di scrittori, registi, filosofi o scienziati. E' già questo. Tutto quello che possiamo fare è costruirci un fortino con cui difenderci dalle orde barbariche che finiranno per distruccerci; è solo questione di tempo.

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Dinamica dei sistemi sociali non isolati

dinamica1

In questa figura è schematizzato un sistema (in rosso) che scambia energia/materia o informazioni con un suo sottosistema (in verde). La natura di tali sistemi può essere qualsiasi: biologici, energetici, sociali, eccetera. I quadratini in blù caratterizzano il fatto che il sottosistema non è omogeneo, ma presenta degli elementi che hanno proprietà differenti dagli altri. Per semplicità non ho rappresentato tutti i componenti del sistema (cerchiato in rosso) che che può o non avere  le stesse proprietà. In altre parole non è rilevante ora che il sottosistema sia omogeneo per proprietà all'insieme "padre". Cosa accade all'evoluzione dinamica del "verde"?
Sembra una risposta semplice, invece è necessario fare alcune precisazioni, del tipo:

  • Cosa si intende per evoluzione?
  • Chi è l'osservatore?
  • Di che tipo è lo scambio?

Per sistemi non sociali le scienze fisiche ci aiutano ad una rigorosa risposta ai tre quesiti, che qui non affronto. Invece tento una qualche riflessione sui sistemi umani, supponendo, per semplicità. che non abbiano, il che è una grossa forzatura, interazioni importanti con l'ambiente. Essendo tutto il sistema, in realtà, interagente anche con l'ambiente fisico, è una approssimazione accettabile, sposta solo l'offset.

Nei sistemi antropici niente è neutrale. Sia l'osservato che l'osservatore impongono una scelta di punti di vista: cosa e come osservo, attraverso quali strumenti. Questo fenomeno è quello che in gergo chiamiamo politica. Ciò che io osservo non va bene per un altro, che osserverà altre cose in modo diverso. Quindi anche il concetto stesso di evoluzione, cioè di cambiamento nel tempo, sarà diverso. Per me si evolve, per te si devolve, per l'altro non cambia nulla.

Nei sistemi sociali è essenziale che tipo di "frecce" abbiamo, cioè che tipo e quantità di scambio c'è tra le diverse parti che lo compongono e, come ho accennato, questo tipo, ne determina la sua "evoluzione", la sua variazione di forma e struttura nel tempo. Posso dire che un sottosistema sta in equilibrio dinamico col sistema ospite se le frecce entranti ed uscenti sono dello stesso tipo, anche se di verso opposto. Se questo non accade, possono verificarsi due casi opposti:

  • frecce rosse maggiori delle verdi ed azzurre
  • frecce azzurre e verdi maggiori delle rosse

Ma è da non sottovalutare anche di che tipo di frecce stiamo parlando: una sola freccia "grande" e di "particolare materiale" potrebbe valere molto più di una serie di freccie "piccole". Spero che questa metafora sia chiara. L'analisi di queste frecce è l'argomento fondamentale, che può aiutare a comprendere che tipo di evoluzione è possibile avere, per un dato osservatore.

Facciamo ora qualche esempio. Napoli, sua evoluzione vista attraverso le ultime elezioni amministrative. Negli ultimi anni abbiamo assistito al tentativo di renderla una novità politica rispetto al resto dell'Italia. All'inizio di questo processo, Il bilancio netto dei flussi era a favore della città, esportava cioè idee, azioni e visioni verso l'esterno, a parità di flussi entranti come denaro, energia, modelli culturali. Man mano, però, tale tensione si è andata sfaldando, per cause concomitanti: diminuzione dello slancio e riorganizzazione delle frecce entranti: diminuzione di flussi economici in entrata. Ciò ha reso il sistema-Napoli instabile e ne ha favorito la sua implosione sia economica che politico-culturale. Il sistema complessivo, cioè si è andato ad uniformare a quello generale,anzi a peggiorarlo. Napoli, cioè, ha finito per mutuare la struttura dell'intera nazione, in un quadro di maggiore ed atavica povertà.  L'esperimento è fallito. Un sistema che interagisce con l'esterno in questo modo non può evolversi se l'esterno è più forte o ti impedisce di farlo.

E' come il fallimento del socialismo in un sol paese, impossibile se attorno hai un sistema capitalistico.

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La mia piattaforma

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La mia posizione

Outing.
Nessuno mi capisce, forse neanche io. E' molto comodo rifugiarsi in questa convinzione che ti protegge, o sembra proteggerti. E' in fondo la più comoda, la meno dispendiosa. Stabilisce un fortino attorno a me col quale mi difendo dal mondo ostile. Forse sarebbe meglio fare la pace con le proprie illusioni troppo spesso mascherate da profonde convinzioni. Invece no, io mi arrocco e cerco di delimitare il mio ecosistema di sopravvivenza. Del resto, arrivato ad una certa età, un semplice dato statistico dovrebbe condurti alla realtà dei fatti. Se quanto hai fatto, se hai creduto in certe cose, insomma se hai visto realizzata solo una parte trascurabile di ciò in cui hai creduto, ci sarà stato forse uno spero piccolo errore di fondo che ha modellato la tua esistenza?
Io cerco di vivere con leggerezza e disincanto. Vedo attorno a me il completo scollamento tra pensieri ed azioni, tra l'essere come percezione soggettiva e l'agire quotidiano. Il collasso di un pensiero collettivo omogeneo al mio sentire porta tutti a rimescolarsi, a trovare spazi di sopravvivenza oppure a chiudersi in una bolla isolata. L'aspetto positivo di ciò è che finalmente c'è il rimbalzo nella soggettività. Io ti scelgo e mi sento vicino a te non per l'appartenenza storica e politica ma perchè ti sento, ti avverto, vicino.
La mia accettazione di candidatura è proprio in questa direzione. Manfredi? Bassolino? Maresca?, Clemente? Sono accidenti casuali della storia, frutto di questo momento di caotico riassestamento il cui nessuno interpreta non dico la soluzione , ma l'analisi del reale. Io, tornando a quanto ho detto all'inizio, nel mio profondo vorrei essere l'imperatore della galassia, vorrei avere il potere di modificare il nostro pianeta per renderlo vivibile e sopravvivente. Ma niente. Mi dicono che dovrei occuparmi del mio quartiere e della mia città, non di Trantor. Quelli che me l'hanno proposto sono amici e tra questi ho anche qualche vero amico. Per questo ho scelto. Non mi sono lasciato coinvolgere in avariati ragionamenti ideologici e finanche politici. Questi li lascio fare agli altri, come esercizio di vacua retorica. Ps. mi fanno tenerezza i duri e puri, ne conosco a quintalate, che pur di rimanere, anzi convincersi, di esser tali, rimangono dell'idea che nessuno gli va dietro perchè gli altri sono in fondo , a seconda dei casi, disonesti, fessi, ignoranti, non al loro livello(quale?)
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Aiutare

Cosa ti serve? Se posso, te la dò. Ma esiste anche un'altra possibilità. Ti dò una cosa se tu poi fai qualcosa per me, per fare anche i miei interessi.
Sono due modi di autare, molto diversi. Solo il primo, in realtà può essere definito aiuto, senza alcuna contropartita se non di tipo morale o ideale.
Io non sono uno storico, anzi ho sempre sofferto un pò a studiarla per via delle date, avendo un'avversione innata per lo scorrere del tempo scandito da numeri. Ma da quando avevo 17 anni ho visto come alcuni Paesi concepiscono gli aiuti. fate voi l'elenco.
Secondo me è meglio un paese che autodetermini la sua libertà che uno che si faccia aiutare, specie se chi lo fa pretende un pagamento. La libertà non viene mai elargita da qualcuno, ma strappata con forza da chi la vuole. La libertà importata è una cambiale. In Afghanistan il popolo la sta pagando.

 

 

 

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