Riscrivere la storia, anzi, negarla, annullarla, Stabilirne la data della sua cancellazione.
Mi sono accorto, ho avuto la sensazione immediata, non so se definire positiva o negativa, che tutto ciò che stiamo vivendo ora, luglio 2022, sia iniziato in un punto del passato, che ha generato tutta una serie di eventi catastrofici. Naturalmente quello che dico può sembrare ovvio ai più, Ma è necessario scegliere un momento preciso da cui partire per ricostruire.
Io partirei dalla semplice constatazione che ormai la politica non esiste più se non ridotta a ll'analisi del presente con le armi del presente, quindi ridotta a pura tautologia, per altro condita da nevrotica inutilità. Un sentimento ormai generalizzato di "impossibilità di sconfiggere il nemico" fa parte del bagaglio standard di chiunque. Questo perchè gli ultimi 50-60 anni sono stati vissuti in una immensa bolla alla Matrix.
Cosa è accaduto in questo tempo: nulla. Nulla di buono.
Aver perso la guerra con disonore, esser diventati una colonia senza sovranità, aver avuto poteri che hanno risolto con le buone o con le cattive qualsiasi i problemi che la nostra situazione creava, è stata la caratteristica unificante della nostra vicenda politica ed umana. Con le buone: un partito comunista che sempre ha agito di rimessa, mai prospettando un mondo migliore ma cercando di mettere le pezze al potere dominante, A furia di pezze, di è creato un patchwork dannoso, inutile, ormai nefasto. Con le cattive: stragi, assassinii, attentati, in sud come sottocolonia.
Buttare la palla in tribuna. Partire dal dopoguerra. Ammettere, non fingere, che non è successo nulla di rilevante dal dopoguerra ad oggi.
Ricostruire l'Italia partendo da quel momento, scrivendo una nuova storia: Italia fuori dai blocchi, neutrale, ponte tra culture differenti, con una politica non alla Nereo Rocco, fatta di catenaccio e gioco di rimessa, ma proattiva e che parta da un sol concetto, in nuce dopo la seconda guerra mondiale: basta col capitalismo. che ha fatto la sua storia, tragica storia.
Napoli vede diminuire i suoi abitanti, aumentare l'età media, mentre l'area metropolitana è molto popolosa, con la massima densità abitativa d'Italia. In questi ultimi anni ha visto un aumento molto rapido dell'ondata turistica. Come sempre ha fatto, ha cercato di organizzarsi per sopportare tale massa in rapida visita aprendo una sterminata serie di b &b e locali di somministrazione del cibo.Il tutto concentrato nel centro storico che finora ha cercato di resistere alla gentrificazione, ma man mano tale resistenza è sempre più difficile. Il turismo viene percepito come la principale risorsa economica , mentre io ritengo che, se impostato come è adesso, sia la fine della nostra città.
Napoli se vuole sopravvivere bene (perchè tanto ha dimostrato di saper sopravvivere, anche male!) deve necessariamente essere in grado di fare poche cose: attrarre economia, sviluppare economia, abbassare l'età media degli abitanti del centro storico, essere il motore dello sviluppo di tutto il sud. Deve riappropriarsi del ruolo che aveva prima dell'unità d'Italia, con in più l'abbattimento della sua borghesia parassitaria ed improduttiva. Sognerò, sarò utopista, ma San Francisco è il mio punto di arrivo, non Calcutta, con tutto il rispetto per gli indiani.
Solo così il turismo può assumere il suo vero ruolo: si viene a Napoli per studiare, lavorare, anche riposare. Il turismo come effetto della qualità della vita e non come rimbalzo nevrotico. Naturalmente ci sarebbe da parlare fino a domani su cosa sia la qualità della vita, ma immaginate solo per un attimo cosa sarebbe Napoli con scuole, trasporti, sanità efficienti e come luogo in cui trovare lavoro appagante.