Il problema ambientale (cerco di essere sintetico)

pianeta terra

 

 1. la crisi delle visioni del mondo.

Inutile, forse, ripetere che il pensiero di sinistra, ha avuto negli ultimi 50 anni una profonda crisi di identità. Specialmente dopo il crollo dei socialismi reali, in cui oggettivamente si copiavano anche maldestramente,modelli produttivi capitalistici, ma senza il senso di libertà e con l'accerchiamento politico che li strozzava. Specialmente dopo l'esplosione anche tecnologica della globalizzazione, che ha reso planetari i problemi di eguaglianza, qualità della vita e dei diritti individuali. La sinistra, cioè, deve porsi il grande problema che la sua visione del mondo non è solo locale,ma ancorata a problemi planetari, in cui sono intimamente connessi problemi antropici e problemi ambientali. Il lavoro, cardine e mantra del marxismo, deve essere riconfigurato tenendo presente che potrebbe ormai essere un pericolo per l'umanità, non la sua salvezza. naturalmente parlo del lavoro nella sua accezione standard, ottocentesca, fare qualcosa, farlo per qualcuno, partendo dalle materie prime a cui si dà valore di mercato. Ed è del tutto vero che il dibattito ecologico sia stato fatto proprio da movimenti apolitici, non poteva essere diverso, non essendo la sinistra capace di levarsi gli scheletri dall'armadio.

2. Socialdemocrazia.

Legato al punto 1. L'incapacità di analisi scientifica e forse anche il coraggio di osare, hanno portato la sinistra ad abbracciare politicamente, economicamente ed anche eticamente il sistema di mercato liberista e capitalista, nella speranza, che si è rivelata pia illusione, che si postesse mitigare, addolcire, moderare la spinta intrinsecamente distruttiva che il capitalismo ha in sè. Che è ormai distruzione non solo dell'uomo, ma del pianeta intero. Ma c'è da dire, oggettivamente, che le spinte antropiche, la presenza sulla terra dell'homo sapiens, sono esse stesse prepolitiche: è la presenza nostra che intrinsecamente impatta sulla natura che ci ospita e che ci fa vivere. Questo è il problema dei problemi, che forse e dico forse, è stata una delle cause inconsce dell'abbandono di una visione rigidamente ortodossa. In ogni caso, la pretesa che si possa cambiare l'accumulazione capitalistica è stata ed è la tragedia dei nostri tempi.

3. Il lavoro.

Come ho detto talvolta in altre sedi, il lavoro è la parola da cambiare. Le parole sono azioni. Molto meglio parlare di qualità dell'esistenza. La faccio breve. ormai il meccanismo lavoro qualunque sia, stipendio, casa, automobile, famiglia, vita decente sono incompatibili con la nostra sopravvivenza.E' uno schema impattante sul mondo intero. Oltretutto di lavoro tradizionale ce ne sarà sempre meno, sostituito da macchine automatiche e da intelligenze artificiali. Il redditto o meglio le condizioni per l'esitenza, dovrà trovare altri e migliori canali a grande valore aggiunto e scarso consumo di risorse naturali. Il caso limite sarà che poichè si esiste, si dovrà vivere nel miglior modo possibile, sentendosi parte del tutto. insomma, come preconizzava Marx, pensare al plusvalore relativo. 

4. Greta

Trovo antipatico che adesso sia coccolata dalle stesse persone che ci stanno distruggendo, cercando di trasformare un movimento sacrosanto in qualcosa di folkroristico o shic. E' vero però che nel movimento siano presenti in nuce visioni politiche anticapitalistiche, che dovranno, spero, radicarsi e diventare centrali, ma senza imposizioni o mosche cocchiere. L'aspetto positivo è che è un movimento globale e giovane.E solo una visione ed una grandezza globale potranno salvarci.

 

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