Cosa abbiamo trascurato

nuova politica

Dopo le elezioni amministrative 2016, che hanno visto la vittoria del M5s e di De Magistris a Napoli, ho riflettuto sugli elementi comuni di questi successi, ed una possibile spiegazioni sta in un nuovo paradigma.
Fino ad ora i partiti tradizionali hanno inteso la politica come separata da altre componenti dell'uomo. Le categorie destra/sinistra erano necessarie e sufficienti per determinare le chiavi di letture della realtà e le possibili risposte per migliorarla. In altre parole non era necessario essere credibili, empatici, amati, emozionanti per avere credito e consenso. Bastava "un buon programma" o "la competenza" per essere votati e conquistare il potere.

Ma il caso Fassino a Torino fa naufragare tale schema, così come lo stato comatoso dei partitini di sinistra, diventati covo di nevrotica autoreferenzialità. I partiti tradizionali, tutti quanti, sono diventati antipatici, scostanti, addirittura odiati. Si sono staccati dalla realtà e si sono congelati in un loro micromondo virtuale.

Altri modi si sono affacciati, fatti di istinto, passione,  e forte spirito identitario. Parlano di chi sta in alto, in basso, dentro, fuori, creando una nuova geometria, su assi ortogonali rispetto ai modi obsoleti della vecchia politica. Essa è collegata strettamente, connessa, con l'evaporazione dei vecchi topos ottocenteschi: classe operaia, proletariato, padroni, sfruttamento del lavoro salariato eccetera. L'avvento della finanziarizzazione dell'economia,la crisi dei paesi del socialismo reale, la scelta, dei partiti di sinistra, del neoliberismo come possibile nuova moralità, hanno strappato, violentato chi sta sotto, hanno eliminato ogni punto di riferimento. 

Le componenti psicologiche, esistenziali, insomma umane sono diventate preponderanti anche rispetto alla stima dei buoni governanti, anche in ambito locale. Ad esempio, nel caso di De Magistris, ma anche nel caso della Raggi, alla gente interessa fino ad un cero punto se siano bravi o competenti. E' più importante che siano visti come onesti, belli, identitari, puliti. Sono il nuovo. Non che non sia importante essere competenti, ma non basta più.

Allora quello che si deve fare è questo: passare dalla visione monodimensionale della poltica (o sto su un asse, o sull'altro) ad una bidimensionale, in cui la politica giaccia su un piano, il cui le cordinate siano due: una che corrisponde alla vecchia dicotomia desta/sinistra, l'altra che tenga conto di chi siamo noi, fatti anche di passione, istinto, sentimenti.

Senza la coniugazione di questi due momenti, sia la vecchia strada che la nuova falliranno, la prima per mancanza di pathos, la seconda per mancanza di idee.

 

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