Il Caso Zalone rispecchia la situazione della cultura nel nostro paese, che vive il paradosso di essere quello con il maggior giacimento di opere d'arte e quello di essere uno dei più arretrati al mondo. Riporto alcune tabelle in cui drammaticamente si evidenzia lo stato di arretratezza in cui versa.
Non è un caso, ad esempio, che manchi ancora una legislazione sui matrimoni omosessuali. Essa rispecchia anche una situazione di analfabetismo funzionale che ci colloca al di sopra del Messico. In Italia si leggono meno libri, si va meno a cinema, si consuma meno cultura della stragrande maggioranza tra i paesi cosiddetti civilizzati.
Io vado a cinema una volta la settimana. Non vado ai ceneforum ma scelgo i film da vedere. Compro libri non facendomi coinvolgere da quanto mostrato nelle librerie. Ma la maggior parte degli italiani non ha alcuno strumento per poter decidere autonomamente cosa comprare.
La distribuzione dei libri e dei film è monopolizzata da duo o tre aziende che di fatto impongono cosa leggere o vedere. Se, per assurdo, un docufiml come Napolislam fosse stato proiettato nel 60% delle sale cinematografiche, oggi staremmo a parlare d'altro e non di un comico simpatico che ci fa fassare un'oretta in modo lieto. Invece tutti a discutere su cose tipo "il significato politico di Zalone", "se sia di destra o di sinistra", quando il problema è che molti italiani vanno a cinema solo nelle feste di Natale e cosa vedono? Quello che c'è! Se aggiungiamo poi il rifiuto che la maggioranza degli italiani ha di affrontare minimamente il pensiero critico, di ragionare in modo non banale, ecco che abbiamo il mostro. Ma è un fenomeno normale, in un paese che scappa dall'intelligenza.