Oggi 29 luglio 2017. Politica

Riporto un post di Lanfranco Turci:

"SU COSA CI GIOCHIAMO LA CAMPAGNA ELETTORALE?

Per fortuna nostra per il grosso degli elettori le cose che contano non sono i fini programmi elaborati con le necessarie competenze tecniche, il calcolo di fattibilità , la coerenza di insieme, le variabili internazionali ed europee che li condizionano etc...Tutte queste cose sono necessarie e un partito vero dovrebbe già averle nel proprio bagaglio o almeno attrezzarsi rapidamente per dotarsene. E dovrebbe per questo avere già sciolto, ad esempio, il tema del rapporto che si propone di intrattenere con i vincoli e le politiche europee.
Ma abbiamo già capito che sia noi che Mdp siamo impreparati su questo terreno, abbiamo molte idee, ma confuse e spesso incerte. Non parliamo poi di ciò che sta a monte del programma. E cioè la cultura politica, la visione del mondo, la collocazione nel conflitto sociale, l'idea di partito.Dunque le due principali forze della sinistra arrivano alle elezioni in condizioni, diciamo, non ottimali. Speriamo almeno di arrivarci uniti!

Ma, come detto in premessa, in campagna elettorale non sono queste le cose cui guarda un elettorato svogliato e disincantato, quando non apertamente ostile allo stesso impegno elettorale.
L'orientamento quell'elettorato se lo forma su alcuni macrocampi che si formano nel dibattito e nella vita corrente di tutti i giorni.
L'immigrazione è uno di questi e sulla paura che questa determina si stanno già posizionando in concorrenza i tre principali poli: la destra, i 5stelle e il Pd. Per la sinistra questo è un campo in cui cercare solo di limitare i danni.
La riduzione delle tasse, classico tema berlusconiano, sta ora impegnando anche fortemente Renzi e il Pd.
L'antipolitica è il campo in cui si scontrano all'arma bianca Renzi e Grillo, con probabile maggior fortuna per quest'ultimo.
Il grande campo che i media cercano di non fare emergere è quello del lavoro, della disoccupazione, della precarietà, dei salari, delle condizioni di perdita totale dei diritti, del degrado dello stato sociale.
Questo è il campo vuoto, che noi dovremmo occupare non solo perchè gli altri ci sono preclusi, ma anche perchè è su questo che possiamo recuperare una nostra identità e prima ancora una nostra visibilità. Il lavoro si tira dietro il tema dello sviluppo di un paese che va a pezzi e a fuoco, delle scelte di politica economica, degli indirizzi degli investimenti, della capacità di intervento dello Stato.Proviamo a buttarci dentro a corpo morto in questo campo, lasciando perdere il politichese di queste settimane. Il caso dei cantieri navali di Saint Nazaire, i temi che oggi ci mettono in conflitto con Macron, possono essere girati in funzione delle scelte del nostro paese, molto più di tutte le chiacchiere su Pisapia o della fabulistica sul nuovo centro sinistra."

Condivido questa impostazione. Facendo un paragone calcistico, dobbiamo lavorare come se avessimo la difesa della Juve e l'attaco del Napoli. Sui temi che si fondano sull'analfabetismo funzionale coniugato con  la valanga espositiva dei mass media che tromboneggiano il populismo, difendersi ad oltranza facendo anche falli tattici, lavorando sporco, alla Bonucci, Chiellini (mi ricordo di Stilike!). Sui temi più propriamente etico-viscerali, come la xenofobia, i vaccini, la protezione dal rumeno che rapina, troppo tempo e fatica occorre perdere. Siamo perdenti e non basta, è inutile, la testimonianza pure accorata e dotta. La tattica è assecondare, colpire duro, melinare e mandare palla in tribuna quando serve.

Tutto il resto è l'attacco fantasioso ed asfissiante, corroborato da un centrocampo che collabora attivamente. Il lavoro, la qualità della vita, l'idea di uno stato nazionale che difende il suo ruolo internazionale perchè difende le sue vittime della globalizzazione e di una sciagurata Europa neoliberista. Questi sono il goal che dobbiamo fare.

Non parlare più di amebe come Pisapia ed altri arnesi più o meno scoppiati. Disprezzarli e deriderli al di là di ogni villania. Distruggere il politically correct, che serve solo a marginalizzare.

Insomma, adottiamo un approccio creativo ribaltando le tecniche ormai imperanti della comunicazione embedded, senza aplomb e perbenismo da quattro soldi.

 

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