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Valore marginale del tizio

snoopy

Uno dei concetti base dell'econometria è quello del valore marginale, già presente ai tempi di Laplace a cavallo del 1800. Risponde alla seguente domanda, in sostanza: se voglio un quantità di un certo bene in più, quale è il suo valore, quanto sono disposto a spendere per ottenerlo ? Implica concetti matematici di un certo spessore, come le derivate.

Ricordo la mia gioventù, quando fui assunto in Montedison, io fisico in mezzo ad economisti. Mi chiesero, in uno degli infiniti colloqui di assunzione, quale fosse il valore di un kg in più di etilene, uno dei prodotti cardine della petrolchimica, ponendomi una serie di problematiche: gli impianti sono al massimo, gli stoccaggi sono vuoti ed altro.Io mi lambiccavo il cervello e loro mi osservavano sornioni. Io mi chiesi allora che, per averlo, dovevo levarlo da qualche parte. E feci delle ipotesi: produco un pò meno di plastica e me lo prendo da lì, oppure spendo soldi per avere maggiore capacità produttiva, insomma da qualche parte deve uscire questo maledetto etilene. Il suo valore, cioè, dipende da dove lo prendo. E se lo prendo da un posto dove vale molto, il valore può essere molto più alto, in alcuni scenari enorme. Quindi posso affermare che il valore marginale di un bene dipende da come esso è inserito in tutta la catena in cui esso è coinvolto, da come è fatto il sistema in cui viene determinata la sua utilità, detta appunto utilità marginale.

Questo ricordo di tempi passati mi è affiorato oggi, osservando cosa sta accadendo attorno a noi.
Dunque, c'è un tizio che pone dei vincoli continui sull'esistenza del governo attuale, molto simile a quel ricco nobile che voleva sposare una contadina. Dice ai suoi genitori che la vuole vedere nuda, dopo infinite altre rischieste. Dopo averla vista nuda, dice a lei ed ai suoi genitori che non le piace il suo naso. 
Il tizio in questione cioè alza sempre più la posta, non ha alcuna importanza cosa gli altri possno concedere, sono solo scuse per avere più potere personale. Si basa sul fatto che i suoi interlocutori sono in presenza di vincoli non superabili, come, nel mio esempio la capacità produttiva dell'etilene. Il vincolo, in questo caso, è che non vogliono far cadere il governo, non vogliono cioè nuove elezioni. Il valore marginale, cioè del suo comportamento è da calcolare in base al fatto che se vuole qualche cosa in più si è costretti a dargliela. Può tirare la corda come vuole. Il tizio sa anche molto bene che lui stesso, in un perverso bluff, scomparirebbe se ci fossero le elezioni, ma non gliene importa perchè anche i suoi avversari non le volgliono. Siamo in presenza del calssico esempio di valore marginale altissimo. Cioè  se accetto i suoi capricci, perdo politicamente e perde il nostro paese, se non li accetto, perdo perchè si va a votare, anzi ci si imbarca in una situazione dali esiti imprevedibili.

Lo stesso ragionamento si potrebbe fare per i vaccini. Ne voglio uno in più: da dove lo prendo? Rispondete...

Da quanto detto affiora che siamo in presenza di fenomeni fortemente correlati a come sono fatti i sistemi in cui tali fenomeni accadono. Se la loro rigidità è insormontabile, il valore marginale di un bene dipende solo dalla struttura interna del sistema ed il paradosso è che il vm può tranquillamente oascillare tra 0 e infinito! Quindi si può affermare che è la rigidità dei sistemi che è responsabile del fatto che un qualsiasi bene non ha un valore ben definito, è una sua condizione necessaria.

Come se ne esce?

Rompere il sistema, renderlo cioè fluido ed adattabile ai contesti che mutano. Il tizio non vuole andare a votare? Che si voti! Meglio l'incertezza che una sicura sconfitta, per esempio. Nel frattempo, lottare per una modifica sostanziale del sistema che porti al non potersi più verificare che mostruosità del genere possano accadere o, per lo meno, a ridurne al minimo tale possibilità.

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Cosa fare

Inizio riportando questo scritto, trovato su fb.
"Come spiegare l'economia a chi ha lo stipendio fisso.
Ristorante chiuso (non importa se è tutto a norma). Tizio, titolare del locale, solo con i pranzi di lavoro a 10 euro non incassa abbastanza per sopravvivere a lungo... è un problema solo di Tizio? Sembrerebbe di sì. Ma Tizio comprava il pane da Caio e la carne da Sempronio e ne comprava grandi quantità, Caio e Sempronio incassano molto meno senza Tizio...
Tizio faceva lavare le tovaglie alla lavanderia di Giorgia, un buon cliente per Giorgia, ora non più.
Tizio una volta a settimana aveva Mario, un cantante, che faceva pianobar, ora Mario non lavora più né da Tizio ne in nessun altro locale... Mario viveva di quello e viveva degnamente, Mario ha 2 figli... Tizio aveva molti altri fornitori che perdono un cliente importante... vini, pasta, formaggi, ora Tizio non compra più nulla... Se va avanti così Tizio avrà bisogno di un aiuto economico... ah, Tizio ha 6 dipendenti che ovviamente restano senza lavoro.
Ora torniamo a Mario, il cantante che ha perso tutte le sue serate, Mario non è miliardario, con quello che guadagnava riusciva a fare il giro del mese e a dare qualche piccolo vizio alla famiglia... Mario non reggerà per molto la situazione e Luigi, il padre, gli darà una mano grazie alla sua pensione ma sappiamo bene che le pensioni in Italia sono da fame... Luigi ha molti acciacchi come tutti alla sua età, voleva fare delle sedute terapeutiche, doveva cambiare il materasso che lo fa svegliare a pezzi... non lo farà perché preferisce aiutare il figlio...
Clara è una fisioterapista, Giovanni mantiene la famiglia vendendo materassi...
Passiamo ora a Fiona, lei forse non avrà problemi, Fiona è benestante... Fiona andava tutti i sabati a cena da Tizio, le piaceva ascoltare le canzoni di Mario... Fiona, potendosi permettere una vita agiata, tutti i sabati pomeriggio andava a farsi bella, estetista, parrucchiere... per essere bella per la serata al ristorante. Fiona a volte si comprava anche la maglia firmata, la scarpa alla moda, portava a lavare l'auto... ora Fiona, come tutti, non va più al ristorante e non ha la necessità di comprare il vestitino sexy, Lavora in un ufficio e le basta un tailleur e i capelli raccolti in una coda alta... di tailleur ne è pieno l'armadio... ah, Fiona lavora in smartworking da marzo... ovviamente Fiona va molto più raramente da Renata, la parrucchiera e da linda, l'estetista...
Linda e Renata hanno molte altre clienti che vanno meno di frequente, pazienza... Linda e Renata rinunceranno alla maglietta che piaceva tanto o ad imbiancare casa... Francesco ha il negozio di abbigliamento dove si serviva Linda, Piero è l'imbianchino...
Ricordate Caio, Il panettiere? Ha un figlio neo patentato, Caio non se la sente di mantenere la promessa, con sti chiari di luna meglio evitare la spesa di un'auto nuova... Filomena lavora in linea, fa i cruscotti delle auto, si alza alle 6 e non va mai al ristorante o a fare aperitivo... sono calate le vendite delle auto, Filomena è in cassaintegrazione... ora il Ristorante chiuso di Tizioè un problema anche di Filomena!!!
Potrei continuare all'infinito perché in fondo siamo tutti collegati... ora moltiplicate questo per centinaia di attività di ristorazione, bar, cinema, palestre ... potete ancora dire che la cosa non vi tocca oggi e non vi toccherà mai? Se l'economia smette di girare poco alla volta sarà un problema di tutti.
Copiate ed incollate.... chi vuole
rende l'idea per non girarsi dall'altra parte anche se non si ha un'attività."
 
Descrive varie cose. Come si ragiona, o meglio, quale sia uno dei pensieri prevalenti di questo tempo, e come sia fatta una parte del nostro mondo. Non so perchè, ma stamattina mi venivano in mente i mercanti arabi che dopo l'anno 1000 portavano dall'oriente spezie, mercanzie ed anche saperi. Aprirono, all'occidente, nuove ed affascinanti prospettive di sviluppo. Senza quei mercanti non avremmo avuto la matematica moderna, tra l'altro. E' probabile che sarebbe stata scoperta lo stesso, ma l'umanità risparmiò tempo ed energie. Portarono pure la novità rivoluzionaria dell'importanza dello 0, di cui l'occidente aveva terrore. Insomma, la storia dell'umanità è la storia di uomini che si muovono, contrattano, scambiano cose comprandole e vendendole. Ci siamo evoluti con questo e la nostra indole sembra avere questo insopprimibile bisogno: realizzarsi mettendoci alla prova con gli altri, usando le risorse del pianeta come mezzo attraverso cui creare e diffondere la nostra ricchezza anche a scapito di qualsiasi altra cosa, noi compresi.
Siamo tutti figli di quei mercanti ed in nome di questi scambi abbiamo fatto la nostra storia, fatta di conquiste, scoperte ma anche guerre e devastazioni, ormai oggi oltre ogni limite. L'umanità si muove laddove vede nuove risorse da usare o commercializzare, prelevandole dal pianeta dove sono collocate. Odio però usare parole fuori dai loro contesti. Ci siamo, cioè dati nel tempo un'organizzazione per far tutto ciò, basata sui rapporti di forze tra gli uomini. Non voglio fare la storia del mondo, voglio solo dire che esso si è separato tra classi sociali , tra chi è riuscito a diventare ricco e potente, a scapito della stragrande maggioranza di chi, invece ha subito tutto questo. Abbiamo dato dei nomi a questa organizzazione, nomi che si sono succeduti, trasformati, adattati alle fasi storiche.
 
Quanto scritto all'inizio sottintende un preciso modello reticolare ed interconnesso. Ora come ora è vero che la farfalla di Lorentz è più viva che mai. Non siamo come un alveare, in cui tutte le api collaborano per un unico scopo. Non siamo neanche sulle astronavi di Star Trek, dove si collabora solo per migliorare se stessi, dove non esiste neanche concettualmente la brama della ricchezza materiale. Siamo, ahimè, temo, ancora alla fase del prevalere dell'ancestrale bisogno di prevalere l'uno sull'altro, dell'insopprimibile bisogno dell'avere il nostro spazio personale inviolabile, anche e forse soprattutto disinteressato a quello degli altri, in un'eterna lotta alla sopravvivenza. Come gli uomini dell'età della pietra. Naturalmente sono cambiati i linguaggi, le forme, le tecnologie, ma la sostanza è la stessa.
Siamo ingabbiati in questa struttura. Anche le vittime assumono l'ineluttabilità e la giustezza di queste logiche. Anzi, le vittime sono, tragicamente, i principali difensori delle disuguaglianza, introiettando in modo inconscio che il mondo non può essere che così. Gli eventi epocali non migliorano tale quadro, anzi finiscono col peggiorare lo stato delle cose, mettendo le vittime contro le vittime, in una corsa simile alla trivellazione dei pozzi: si scava sempre più giù. Il petrolio che si trova è sempre di qualità peggiore. Uno dei sintomi è proprio quello dell'avversione dei commercianti, dei liberi professionisti nei confronti degli stipendiati, visti come parassiti in quanto non attori dello sviluppo. Nessuno sembra vedere come ormai la contraddizione sia tra la privatizzazione delle risorse materiali ed immateriali e la sopravvivenza della nostra specie.
 
Secondo me, ora, nel 2021, questa è la questione: un salto di qualità della nostra specie, senza il quale essa si estinguerà. Altro che battaglia politica.
 
N.B.: non cito mai la parola capitalismo
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La nuova fisica

Riflessioni sul libro del fisico Lee Smolin "La rivoluzione incompiuta di Einstein", letto durante la prima pandemia.

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la musica dell'universo

Questo è il riassunto di una mia partecipazione ad un convegno a Campobasso di qualche anno fa, in cui mi chiesere che rapporto ci fosse tra la musica e l'universo! In realtà mi servì per spiegare la teaoria delle stringhe, di cui ora sono alquanto scettico.

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L'uomo ad una dimensione in meno.

Ci stiamo sempre più avvicinando ad un mondo in cui le dimensioni variano a seconda dell'angolo della visuale. Mentre per pochi continua ad essere quadridimensionale(tre dimensioni spaziali più il tempo), me per il resto si incominicia a perdere una dimensione spaziale. Tutto si sta appiattendo sullo schermo dei nostri disposivivi digitali, facendo perdere la dimensione spaziale delle nostre interazioni e dei nostri problemi. Anche per il tempo, devo dire, si sta rivedendo la sua intrinseca natura, essendo ricondotto ad uno scroll sui videoterminali. Tutto sembra ricondursi ad una serie di atomi di presente, senza più nè storia nè memoria. Una degenerazione della visione di Barbour, filosofo dell'assenza del tempo.

I fatti che stiamo vivendo stanno estremizzando questo processo che ha ormai origini più che ventennali. Secondo me l'origine è da far risalire alla fase storica dello sviluppo capitalistico che di è finanziarizzato in sinergia con l'enorme incremento di potenza delle mtecnologie informatiche.Sono venuti a saltare tutti i vecchi meccanismi del rapporto capitale-lavoro, rendendo sempre più gassoso il rapporto tra chi lavora e chi detinene gli strumenti di produzione. La suddivisione classica delle classi sociali non è più valida. Anche quella culturale. Il titolo di studio o quanto si sia letto non bastano più a garantire un preciso posto nel mondo. Il rischio che si sta correndo è che c'è l'avvento di una nuova super-classe di sottoproletariato non più palesemente straccione, ma intrinsecamente legata ad i suoi classici stilemi: egoista, legata al solo presente di sopravvivenza, famelicamente avversa all'altro, visto come umani o come ambiente. Sottoproletari con casa, suv, vacanze sulla neve magari, ma con alcun valore della propria vita e delle proprie cose. Ovviamente tale classe non ha coscienza di sè e lotta contro tutto, tutti sono nemici. ma non lotta in senso classico, non ha piazze reali o cassonetti da rovesciare, ha solo da difendere la propria individualità e la propria roba. L'unica piazza in cui manifesta palesemente il proprio rancore è quella virtuale.

E' estremamente facile comandare in una situazione come questa. Le ologarchie hanno a disposizione praterie di uomini-atomi scorrelati ed in fondo disperati che riescono ancora a soggiogare alimentando la loro frustrazione elargendo modelli di comportamento e beni materiali di sopravvivenza, la maggior parte legati ad effimero consumismo.

La vera tragedia dei nostri tempi non è però neanche questa. E' quella di una opposizione di classe che rinunciò a lottare, sperando, anzi credendo che lo sviluppo capitalistico fosse controllabile e correggibile. Non ha solo perso il seguito, ha perso l'anima ma soprattutto ha perso la capacità di analisi del presente. Non offre più modelli e prassi alternative. Ha perso.

 

 

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