Blog

Print Friendly, PDF & Email

La mia piattaforma

Se volete saperne qualcosa in più di me, cliccate qui

Print Friendly, PDF & Email

La mia posizione

Outing.
Nessuno mi capisce, forse neanche io. E' molto comodo rifugiarsi in questa convinzione che ti protegge, o sembra proteggerti. E' in fondo la più comoda, la meno dispendiosa. Stabilisce un fortino attorno a me col quale mi difendo dal mondo ostile. Forse sarebbe meglio fare la pace con le proprie illusioni troppo spesso mascherate da profonde convinzioni. Invece no, io mi arrocco e cerco di delimitare il mio ecosistema di sopravvivenza. Del resto, arrivato ad una certa età, un semplice dato statistico dovrebbe condurti alla realtà dei fatti. Se quanto hai fatto, se hai creduto in certe cose, insomma se hai visto realizzata solo una parte trascurabile di ciò in cui hai creduto, ci sarà stato forse uno spero piccolo errore di fondo che ha modellato la tua esistenza?
Io cerco di vivere con leggerezza e disincanto. Vedo attorno a me il completo scollamento tra pensieri ed azioni, tra l'essere come percezione soggettiva e l'agire quotidiano. Il collasso di un pensiero collettivo omogeneo al mio sentire porta tutti a rimescolarsi, a trovare spazi di sopravvivenza oppure a chiudersi in una bolla isolata. L'aspetto positivo di ciò è che finalmente c'è il rimbalzo nella soggettività. Io ti scelgo e mi sento vicino a te non per l'appartenenza storica e politica ma perchè ti sento, ti avverto, vicino.
La mia accettazione di candidatura è proprio in questa direzione. Manfredi? Bassolino? Maresca?, Clemente? Sono accidenti casuali della storia, frutto di questo momento di caotico riassestamento il cui nessuno interpreta non dico la soluzione , ma l'analisi del reale. Io, tornando a quanto ho detto all'inizio, nel mio profondo vorrei essere l'imperatore della galassia, vorrei avere il potere di modificare il nostro pianeta per renderlo vivibile e sopravvivente. Ma niente. Mi dicono che dovrei occuparmi del mio quartiere e della mia città, non di Trantor. Quelli che me l'hanno proposto sono amici e tra questi ho anche qualche vero amico. Per questo ho scelto. Non mi sono lasciato coinvolgere in avariati ragionamenti ideologici e finanche politici. Questi li lascio fare agli altri, come esercizio di vacua retorica. Ps. mi fanno tenerezza i duri e puri, ne conosco a quintalate, che pur di rimanere, anzi convincersi, di esser tali, rimangono dell'idea che nessuno gli va dietro perchè gli altri sono in fondo , a seconda dei casi, disonesti, fessi, ignoranti, non al loro livello(quale?)
Print Friendly, PDF & Email

Aiutare

Cosa ti serve? Se posso, te la dò. Ma esiste anche un'altra possibilità. Ti dò una cosa se tu poi fai qualcosa per me, per fare anche i miei interessi.
Sono due modi di autare, molto diversi. Solo il primo, in realtà può essere definito aiuto, senza alcuna contropartita se non di tipo morale o ideale.
Io non sono uno storico, anzi ho sempre sofferto un pò a studiarla per via delle date, avendo un'avversione innata per lo scorrere del tempo scandito da numeri. Ma da quando avevo 17 anni ho visto come alcuni Paesi concepiscono gli aiuti. fate voi l'elenco.
Secondo me è meglio un paese che autodetermini la sua libertà che uno che si faccia aiutare, specie se chi lo fa pretende un pagamento. La libertà non viene mai elargita da qualcuno, ma strappata con forza da chi la vuole. La libertà importata è una cambiale. In Afghanistan il popolo la sta pagando.

 

 

 

Print Friendly, PDF & Email

Anticorpi

carta_tessera

Le società umane adottano comportamenti simili alla biologia dei suoi costituenti, in una sorta di replicazione "frattalica" dei sistemi che l'evoluzione ha messo a punto per proteggere la sopravvivenza delle specie.

L'apparente banalità di avere la tessera sconto del supermercato ne è un esempio. Se ho questa tessera, posso accedere ad una serie di vantaggi negli acquisti di cose spesso necessarie per la mia alimentazione o utili per la quotidiana gestione della mia esistenza. Anche fare il biglietto per prendere la metro, il bancomat, la carta di identità, la patente di guida, la tessera sanitaria. Tutte queste tessere hanno in comune la costruzione di obblighi e di diritti a poter usufruire di servizi che la collettività nel suo complesso mette a disposizione. 

Lo stato attuale dello sviluppo sociale rende ineluttabile l'esistenza di questo sistema di accertamento di diritti. Tutto passa attraverso l'obbligo di avere un riconoscimento certo dei diritti senza il quale si viene o sanzionati o non si accede a determinati servizi.

Ma perchè c'è tale necessità? Posso azzardare che i motivi sono essenzialmente di due tipi. Il primo è inerente la natura, anzi la struttura delle società che storicamente si sono evolute nel corso della storia. Il secondo è la presa d'atto che non tutti i partecipanti alle società sono uguali ed  omogenei rispetto alle regole base che le società si danno.

Ad esempio, il sistema della gestione  delle ricchezze o povertà personali si è andato esternalizzando con l'avvento delle banche, come del resto la salute o i trasporti. E ciò richiede, ovviamente, che i fruitori di tali servizi siano identificati per consentirne l'accesso , il controllo ed il pagamento, più o meno giusto. E questo dipende dalla struttura delle società: una cosa è avere a che fare con uno stato privatistico, un'altra con uno stato collettivistico. Stiamo, ahimè, nel primo caso. La stragrande maggioranza delle nostre tesserine sottintende la sottomissione obbligata ad un modello, prendere o lasciare. Un modello che si è andato via via complicando anche grazie alle tecnologie informatiche, all'automazione degli accessi ai diritti, lasciando fuori molta parte della popolazione che non ha gli strumenti per accedere a queste tecnologie.

E qua veniamo al secondo punto. nelle società privatistiche si fa un uso molto scaltro, direi scientifico, delle differenze tra i suoi componenti. Le differenze sono sia verticali che orizzontali, cioè sia tra classi sociali che tra apparteneti alle stesse classi. E' l'uovo di colombo del "divide et impera". 

Chi appartiene al gruppone dei privilegiati non ha alcun problema ad usare la tecnologia o, più in generale, ad esercire diritti e doveri, facendo slalom tra di essi. Si sono, in realtà, organizzati un sistema di controllo dei loro privilegi flessibile e quasi inattaccabile. Usano la loro forza contro gli altri, la stragrande maggioranza, che viene soggiogata attraverso la gentile elargizione di scampoli di diritti. E qui sta il punto. In una società utopicamente perfetta, alla Star Trek, non ci sarebbe alcun bisogno, ad esempio, di avere la patente di guida. Le persone guiderebbero se sanno guidare, non se c'è un'attestazione di qualcuno che lo sai fare. Prenderebbro l'autobus pagando qualcosa, senza necessità di un'attestazione come il biglietto, senza la quale hai la multa. Sarebbe cioè automatico far coincidere i bisogni collettivi con quelli individuali. Invece ora le sanzioni stabiliscono che una parte delle persone non sono in grado di discernere il bisogno personale da quello collettivo. Ti multo perchè sei ignorante e/o asociale, Se non ti multassi, o arrestassi, diventeresti un nemico della stabilità sociale. Sono cose vere, reali, crude. C'è, in altre parole, la necessità che una parte quanto più grande della popolazione, sia soggiogata dall'ignoranza, sia politica che sociale, che culturale.

Nei confronti della salute si è attuato il capolavoro. Si è riuscito, vuoi per differente accesso alla stessa, vuoi per ignoranza delle più elemantari conoscenze scientifiche, vuoi per la personale percezione che sia ha della salute stessa, a costrurire un ulteriore sistema di controllo sociale, Si è volutamente confuso un malanno qualsiasi di tipo soggettivo, che, si badi, non lo è mai fino in fondo!, un mal di testa, un'artrite, un raffreddore, una depressione eccetera, con la diffusione pandemica di un virus, che è un fenomeno che abbraccia tutta la collettività. Si è innoculato, oltre al virus, anche l'idea che vaccinarsi e dimostrare di averlo fatto, leda la libertà personale, travisando il concetto di libertà, rendendolo solo appertenete alla sfera personale e non ancorato ai bisogni collettivi. Far qul che cazzo ci pare, questo è il messaggio che passa e che attecchisce trasversalmente. O per ignoranza, o per banale egoismo o per voluta ipocrisia.

In un'epoca dominata dalle tessere, tutto va bene, tranne un qualcosa che stabilisce che ho a cuore i bisogni collettivi, che vendono prima e sopra dei miei. Non è tanto il problema che sia obbligatorio o meno vaccinarsi, in una società perfetta neanche ci si porrebbe il problema. E' che stiamo in una fase drammatica della nostra storia, in cui ha vinto l'idea che ognuno si salva da solo. Ma solo una sparuta minoranza si illude di poterlo fare e tale orrenda idea pervade ed ha successo proprio trale vittime di questo sistema. Game over.

Print Friendly, PDF & Email

Provax/novax

I nostri giudizi, le nostre azioni, come cioè striamo nel mondo, non possono non tener conto di come esso sia fatto e come interagisce con noi. Tali interazioni, ovviamente, sono mutue ed è inutile mettere in mezzo la storia dell'umanità. Detto questo, dal mio punto di vista, la situazione attuale è caratterizzata da un quadro in cui il capitalismo finanziario si è andato incastrando con un fenomeno in parte nuovo, quale la pandemia.. Essa ha scoperchiato ancora di più, anzi ha reso totalmente evidenti, la violenza, le storture, l'ingiustizia di tale modello economico, culturale e politico. Che sembra però avere ancora una forza straordinaria che lo fa uscire da questa pandemia ancora peggiore, anzichè portare le "masse popolari" ad un suo stravolgimento.
Eh, non c'è dubbio, sono forti questi capitalisti. Sono riusciti a utilizzare molte armi di tipo diverso per portare le sue vittime sulle sue posizioni, a trasformare le vittime in complici spesso involontari. Nell'ordine: un sistema di diffusione valoriale scientifico, fatto di stampa, televisione, istruzione, in cui il messaggio di come sia bello il sistema capitalistico è declinato sia in modo diretto che indiretto, facendo in modo, ad esempio, di depauperare la scuola di contenuti scientifici veri. Il pensiero critico è un pericolo, cosi come la storia e tale approccio è scientificamente applicato per dividere, selezionale e soggiogare. Non per niente al SUD i test INVALSI dimostrano, al di la della loro validità, come sia grande il divario con le scuole del Nord. Se voglio tenere un popolo soggiogato, gli dò tanta televisione e tanta pessima scuola. Ma non è solo questo. Basta aggiungere una robusta dose di mancanza di industrie ad alto valore aggiunto ed una rete clientelare in cui mediare i propri diritti costituzionali. Il gioco è fatto. Faccio litigare i sottoposti fra di loro, è più semplice ed efficiente, magari offrendogli pure delle arene gladiatorie digitali in cui esprimere la loro infelicità ed il loro rancore direi animalesco, non mediato da solidi retroterra culturali.
Non sto qui a ribadire la sconfitta storica che hanno avuto i partiti di sinistra, da tutti i punti di vista. Si sono arresi al pensiero dominante, cullando l'illusione che potesse essere cambiato dall'interno. La furbizia è stata poi ghettizzare i portatori di un'ideologia di sinistra, creando una casta di privilegiati liberi di pensare proprio perchè sostanzialmente protetti, tutelati e con un reddito garantito. Il popolo ci odia, ed in fondo, non facciamo niente per evitarlo, non sappiamo neanche più come si fa. Sono ignoranti, fottuti da mediaset o da facebook? Si arrangiano in mille mestieri esentasse? Fanno debiti per l'ultimo tipo di smartphone? Abbandonano la scuola vantandosi che la strada è la loro università? Tutte ricadute esiziali di questo quadro.
I social media hanno poi enfatizzato l'approccio umorale e non pensato ai problemi. Stanno li a garantire che ciascuno abbia diritto di parlare, purchè in modo immediato e quindi irrazionale. E' un'arena gladiatoria in cui prevale chi sa dire meglio le parolacce. Ogni tentativo di analisi seria viene o ignorata o attaccata da una schiera di flamers o falsi profili.
Il quadro è questo. E sta venendo fuori un pensiero che definirei ipocrita globale, alquanto raffinato, forse. Sappiamo tutti, o quasi, quale sia il ruolo di big farma, mostruosità capitalistica che ha reso merce la salute non solo umana, ma degli animali e dell'ecosistema. Sette miliardi di merce di scambio. La lotta, ad esempio, tra i vaccini è lotta tra superpotenze sia statali che del farmaco, e si inquadra nella lotta tra tutti i tipi di farmaco, anche quelli omeopatici/placebo. Ma la raffinatezza sta nel fatto che un'aspirina, un aulin, un viagra, una qualunque supposta sono ben tollerate ed accettate, anche i vaccini ai bambini, obbligatori per legge. Sono sempre le big farma a gestirle, ma la gente se ne fotte, lo sa ma fa finta di non saperlo. per l'aticovid no. Immense battaglie per ostacolarlo, negarlo, urlare contro chi vuole innocularti microchip e negarti la LIBERTA'.
Ecco che poi accade che viene reinventato il significato di questa parola. Per quanto detto prima, essa viene intesa come diritto sacrosanto di poter fare ciò che si vuole, anche solo potenzialmente e non come assunzione personale di diritti collettivi, non vivendo noi in un'isola deserta ma in una società complessa e strutturata, divisa in classi poi.
I neolibertari, li chiamo così, sono stati fottuti anche dall'abnorme quantità di messaggi contradittori, volutamente, sull'epidemia. Molti ci marciano ma molti ne sono frastornati, non avendo sufficienti strumenti culturali per districarsi in questo groviglio di insensatezze. La medicina non è una scienza esatta ed i medici non sono i portatori di questa scienza, ancorati come sono al sistema capitalistico della salute come merce. Parlo, ovviamente , della maggioranza, esistono pure i martiri. Volutamente si confonde contagio con la malattia, si confonde il ruolo del vaccino, il ruolo di chi non si vaccina. Ed il capitalismo sguazza in questo pantano, modellizzando nuovi scenari di controllo sociale, in cui tutti, ma proprio tutti sono perdenti. Io, da parte mia, le due dosi me le sono fatte, ho il green pass e ieri sera mi son preso un'aspirina, pensando a come striamo distruggendo Cuba. La lotta che è necessario intraprendere è contro lo sfruttamento capitalistico anche della salute, rendere libere le formule e pubblica la sanità, lottando anche contro la pandemia, che esiste. Possiamo litigare fino a domani chi l'abbia voluta, generata e gestita. ma purtroppo e sciaguratamente esiste. negarlo non solo non serve, ma fa il gioco di chi la usa.
 

 

Print Friendly, PDF & Email

Search